Oggi vorrei scrivere del mio genere fotografico preferito: la lomografia.
Si potrebbe pensare che il nome si riferisca ad una parola greca, ma invece è russa. LOMO è l'acronimo di Ленинградское Оптико-Механическое Объединение (Unione Ottico-Meccanica Leningradese). Questa era una fabbrica di Leningrado dove si producevano macchine fotografiche di altissima qualità. Le macchine della fabbrica vengono usate anche oggi, per esempio io ho una Zenit che ha già più di 30 anni ed è pratticamente indistruttibile!
1. Usare solo le macchine analogiche più semplici possibile.
Si potrebbe pensare che il nome si riferisca ad una parola greca, ma invece è russa. LOMO è l'acronimo di Ленинградское Оптико-Механическое Объединение (Unione Ottico-Meccanica Leningradese). Questa era una fabbrica di Leningrado dove si producevano macchine fotografiche di altissima qualità. Le macchine della fabbrica vengono usate anche oggi, per esempio io ho una Zenit che ha già più di 30 anni ed è pratticamente indistruttibile!
(Un esempio del metodo lomografico più famoso: la doppia esposizione. Fatto a San Pietroburgo con la famosa Zenit :))
Però la storia della lomografia è cominciata con la produzione, nel 1983, della macchina LOMO Kompact-Automat, che era talmente semplice da usare che è diventata subito molto popolare in URSS ed anche fuori. Il movimento è cominciato in Austria quando due fotografi austriaci hanno portato una LOMO K-A nel proprio paese ed hanno scoperto le magnifiche possibilità di questa macchina. Poi sono state costruite anche altre macchine di questo tipo sia in URSS che in altri paesi. Il punto è ileguente:
1. Usare solo le macchine analogiche più semplici possibile.
2. Sperimentare con la pellicola (comprare dei rullini scaduti da tanti anni oppure riscaldare la pellicola prima di svilupparla etc.)
3. Usare le lenti con diversi effetti ottici.
4. "Giocare" con l' esposizione doppia o plurale.
3. Usare le lenti con diversi effetti ottici.
4. "Giocare" con l' esposizione doppia o plurale.
In sostanza tu non potrai sapere mai prima cosa oterrai dopo aver sviluppato la pellicola. La realtà viene rappresentata in modo assolutamente fantasioso. I colori non sono mai quelli che osserviamo nella realtà e ti sembra di trovarti nel Paese delle Meraviglie oppure nella testa di una persona che ha esagerato con l' LSD.
Ecco cosa c'è scritto su Wikipedia:
Le cosiddette "10 regole d'oro della lomografia" sono le seguenti:
Ecco cosa c'è scritto su Wikipedia:
Le cosiddette "10 regole d'oro della lomografia" sono le seguenti:
1. Porta la tua lomo ovunque tu vada
2. Usala sempre di giorno e di notte
3. La lomografia non è un'interferenza nella tua vita ma ne è parte integrante
4. Scatta senza guardare nel mirino
5. Avvicinati più che puoi
6. Non pensare
7. Sii veloce
8. Non preoccuparti in anticipo di quello che verrà impresso
9. Non preoccuparti neppure dopo
10 Non preoccuparti di nessuna regola
2. Usala sempre di giorno e di notte
3. La lomografia non è un'interferenza nella tua vita ma ne è parte integrante
4. Scatta senza guardare nel mirino
5. Avvicinati più che puoi
6. Non pensare
7. Sii veloce
8. Non preoccuparti in anticipo di quello che verrà impresso
9. Non preoccuparti neppure dopo
10 Non preoccuparti di nessuna regola
L'ultima regola è quella più importante!
Non potrei dire che faccio le foto sempre nello stile Lomo, ma quando capita mi diverto molto ed ogni tanto leggo il sito principale sulla lomografia: http://shop.lomography.com/it/
Si possono acquistare delle macchine molto specifiche ed anche dei rullini e delle soluzioni chimiche per sviluppare la pellicola.
Vi auguro una buona giornata e l'ispirazione per raffigurare la bellezza del nostro mondo in modo corrispondente ai vostri gusti :) A me il modo lomografico pare molto simpatico!
P. S. Qualche foto che ho fatto in Italia con una camera lomografica.
Non avevo mai sentito parlare di questa tecnica fotografica.
ReplyDeleteA proposito di fotografia surreale, Anastasia, conosci la fotografia infrarossa? Si tratta di riprodurre non la luce visibile all'occhio umano, ma quella con lunghezza d'onda più grande, filtrando la pellicola con dei filtri opportuni. Esistono diversi sottotipi di fotografia infrarossa, quella che mi interessa di più è quella "monocromatica" perché è perfettamente analoga alla normalissima fotografia in bianco e nero, solo ciò che cambia è l'intervallo di lunghezza d'onda considerato. Si ottengono degli effetti incantatori, come la vegetazione bianca o il mare nero, che danno un'atmosfera magica, da sogno.
Luciano, si, ne ho sentita parlare! Hai qualche esempio delle fote fatte in questa tecnica?
DeleteBelle queste fotografie, bello questo approccio alla realtà!
ReplyDeleteGrazie, Daniele!
Delete"Molto bene, faremo gli occhiali così"
ReplyDeletehttps://thejazzbaroness.wordpress.com/2013/03/24/dippold-lottico/